CLIMA
Clima e Abbigliamento Lima e la costa Pacifica, quasi sempre soleggiate, da maggio a settembre sono caratterizzate da foschia umida chiamata "gar?a". Sulla costa sub-tropicale la temperatura oscilla tra i 14 ed i 27 ?C. Sulle Ande (area di Cusco e Puno) la stagione migliore, caratterizzata da clima secco, temperato di giorno e freddo di notte (minime/massime 1/22?C), va da aprile a novembre. Da dicembre a marzo, periodo che corrisponde all'estate in Perù, la temperatura minima è più elevata (6/7 ?C) e sono possibili piogge e annuvolamenti. Infine in Amazzonia il clima è caldo-umido, con un'escursione termica compresa fra i 25 e 28 ?C e piogge pi? frequenti tra dicembre e aprile. Abbigliamento: gran parte degli itinerari si svolgono ad altitudini superiori ai 2000 mt, e alcune delle aree di maggior interesse si trovano oltre i 3500 mt. In qualsiasi stagione andiate, copritevi bene: maglione di lana/pile e piumino sono assolutamente indispensabili, e i più freddolosi non disdegneranno cappello sciarpa e guanti, sopratutto per le ore serali: durante il giorno, infatti, la temperatura èspesso primaverile e molto gradevole, ideale per il turismo.
Peru' / Omaggio all'uomo che difendeva i minatori
Saul Cantoral (poeta Peruviano)
Amici, questa e' una poesia che ho scritto apposta sulla morte di Saul Cantoral ed appartiene ad un libro inedito, "El llanto / el fuego" (Il pianto / il fuoco). Se volete, diffondete il poema come omaggio a questo grande uomo, assassinato ai tempi dell'Apra dal comando paramilitare "Rodrigo Franco", in "contubernio" (connivenza) con la polizia.
Gracias.
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il Nostro Itenerario |
TE QUIERO AMERICA LATINA
IL MIO PRIMO VIAGGIO IN AMERICA LATINA
1° Parte Il popolo che parla con le stelle
Come dimenticarsi del vero primo viaggio fatto nel cuore dell’America Latina! Impossibile!!!. Ricordo, sento come se fosse ieri, l’emozioni l’adrenalina la paura, i pensieri, le notti insonne a pensare programmare a capire. Non cera ancora internet. Ma solo una guida che ancora penso di avere nella mia biblioteca di viaggi. Con questa che programmavamo l’itinerario disegnando la cartina, annotando luoghi, date, indirizzi e tante altre cose utile al nostro viaggio di 60° giorni nel cuore dell’America Latina e cioè In Perù Bolivia Ecuador per finire poi in Argentina. Un itinerario che ci avrebbe portato nel cuore dell’Amazzonia, un viaggio faticoso, forse anche molto pericoloso per le guerre civili che ancora imperversavano in questi paesi specialmente in Perù dove i guerriglieri di Sendero Luminoso cercavano di portare avanti la rivoluzione che anni prima aveva cercato di fare Cheguevara in Bolivia. Già questo accendeva in noi (coppia 27 / 24enni) emozioni forti. Ma il gene dell’avventura, del viaggio, dello scoprire era in noi e cresceva sempre di più fino a deciderci di andare alla scoperta di questo mondo. Il volo Milano – Toronto – Lima era stato già acquistato mesi prima assieme ad altri due voli interni: Lima – Arequipa e Lima- Equitos altrimenti due mesi non erano sufficienti per portare a termine il nostro programma. Finalmente la fatidica data 19 Novembre arrivò
Mi limiterò a raccontare l’essenziale cioè le sensazioni e i ricordi che mi sono rimasti vivi perché gli anni trascorsi sono tanti e anche se alcuni sono indelebili, molti particolari risultano sbiaditi dal tempo e forse oggi sicuramente è tutta un’altra realtà.
Lima:
Atterrati all’aeroporto di Lima, situato nella zona del porto, veniamo subito sorpresi da un forte odore di pesce! In seguito ci viene spiegato che è dovuto alla produzione della “farina di pesce”, prodotto tipico di essiccazione peruviano. Le condizioni meteorologiche a Lima sono molto particolari. La guida che avevamo consultato diceva che a Lima non esiste il cielo azzurro! e che il colore del cielo è simile a quello della “pancia di asino”, cioè grigio infatti è definita “la città grigia”, vi sono quasi sempre le nuvole, ma non piove mai! e quando si dice mai è proprio mai! L’ultima pioggia abbondante risaliva a circa15 anni prima. Queste condizioni climatiche sono dovute all’umidità proveniente dall’Oceano Pacifico su cui si affaccia Lima. Le cose che mi sono rimaste vive nella memoria è il palazzo Presidenziale “La Casa del Oidor” la più antica costruzione di Lima, il Palazzo dell’Arcivescovado, il Palazzo Municipale. La Cattedrale, unica tra le costruzioni della Plaza visitabile, accoglie la tomba di Pizarro ed è costruita con colonne ed architravi in legno. Ciò ha reso possibile la conservazione nei secoli, resistendo ai numerosi terremoti che si verificano in Perù.
Binario n. 2 questo era da dove partiva l’allora treno delle Ande chiamato anche “il treno che vola” da ultime notizie so che questo treno non c’è più ma non sono sicuro se fosse vero è un gran peccato perché in Perù la linea Lima-Huancayo era considerata una delle meraviglie dell’ingegno umano e rappresentava un’esperienza unica. Comunque di buon mattino iniziammo la lunga salita verso il cielo. Attraversando paesaggi maestosi e indimenticabili, attraversammo villaggi fantastici, laghi e cime innevate fino a Ticlio a 4829 metri slm; il più alto passo ferroviario del mondo. Si racconta che Enrique Meiggs- il progettista americano- pare abbia affermato: "io poserò le rotaie fin dove possono trottare i lama". La ferrovia fu costruita tra il 1870 e il 1908 da oltre 10.000 operai. Tra di loro, cinquemila immigrati cinesi, conosciuti come coolíes, furono trasportati da Macao, mentre l’altra metà era composta da peruviani e cileni. Il lavoro in questa zona fu epico, tutti i ponti, i macchinari e gli impianti furono importati da Inghilterra, Francia e Stati Uniti, e assemblati in officine peruviane. Tuttavia, man mano che le rotaie della ferrovia risalivano la sierra centrale nascevano i primi problemi: il soroche (o male d’altitudine), la carenza di alimenti e le malattie -come la temibile "verruga"- decimarono gli operai. Per superare tutta questa serie di inconvenienti, Enrique Meiggs assunse operai nativi, che si adattavano meglio all’altitudine. Comunque il 22 settembre 1908 diventò una data solenne: quel giorno venne inaugurato il servizio passeggeri tra Lima-La Oroya-Huancayo. Fu la storica locomotiva "Roggerse" che, dalla stazione di Desamparados, rimorchiò tutto il convoglio con a bordo 150 emozionati abitanti di Huancayo diretti alla loro terra. Quando giunsero in paese due giorni dopo furono accolti da festeggiamenti in grande stile: il sogno diventava imponente e mobile realtà. Era il mezzo di trasporto desiderato, il tanto atteso contatto con la costa. Se davvero non esiste più è davvero un peccato. Continuiamo il nostro viaggio con l’intenzione di raggiungere Cuzco passando da , Ayacucho ma ci viene caldamente sconsigliato perché alcuni villaggi erano in mano alla guerriglia di “Sendero Luminoso gruppo guerriglieri d’ispirazione Maoista”, ogni giorno cerano combattimento con l’esercito. Decidiamo cosi di ritornare a Lima e da li proseguire in direzione nord a Truijllo per conoscere i segreti e i tesori delle civiltà Mochica e Chimù Non ricordo la data di partenza, come ripeto molti anni sono passati, comunque era di buon mattino che ci infilammo su un torpedone in direzione Truijllo sicuramente è stato uno dei miei più interminabili viaggi in bus, 16 ore. Ricordo di aver ammirato a Sinistra il Pacifico e a destra un grigio deserto pre-Andino e villaggi interrotti da una infinità di allevamento di polli ( ma quando ne mangiano in questo paese). Finalmente a Trujillo definità città storica infatti è più antica di Lima. Interessante il museo Cassinelli (fu importante l’emigrazione italiana nel Perù e nella nuova patria si distinsero in tanti, noto financo un monumento dedicato all’eroe Francisco Bolognesi, certo è che gli Italiani all’estero sono tutti eroi J Interessante era ( è) ammirare a Huanchaco; sulla spiaggia, i Caballitos de Totòra (trimillenarie canoe, che in seguito ritroveremo anche sul lago Titicaca, allestite intrecciando la canna. Il motivo della visita a truijllo è essenzialmente per la sua storia Precolumbiana Una storia ben più interessante perché non ha per protagonisti i ‘soliti’ Inca bensì racconta le culture di ancor più antiche civiltà (dal 200 a.C. al XV secolo) a quelle dei Mochica e Chimù nelle vicinanze di Truijllo si possono ammirare le Huacas (centri cerimoniali o amministrativi) del Sole e della Luna e l’incredibile Chan Chan (Sole Sole), la città di ‘adobe’ (fango con paglia, solitamente a forma di mattone) più grande dell’America preispanica. Di queste straordinarie civiltà ne parlerò in seguito con un post esclusivamente dedicata a questo argomento.
Ritorniamo a Lima solo per prendere un bus in direzione sud e raggiungere Arequipa non prima di cercare di sorvolare e ammirare le misteriose linee di Nazca. La dimensione di queste immagini è tale che l’unico modo per apprezzarle è di osservarle dal cielo. Le Linee di Nazca si sono trasformate in un vero e proprio enigma nel momento stesso in cui furono scoperte. Per fare questo prendiamo un piccolo aereo anzi un trabiccolo, che ci permette di osservare questi fantastici disegni dal significato ancora incerto. Riprendiamo il bus la sera e dopo 14 ore raggiungiamo Arequipa. Situata a 2350 m di altitudine e chiamata anche “La città Bianca” perché la maggior parte degli edifici è costruita con pietra vulcanica chiara. Il vulcano “Misti” che fa da sfondo a questa bellissima città. Altra cosa che più ricordo è la vitalità delle persone, ed è particolarmente giovane, dovuto questo perché la città è sede di molte facoltà universitarie. Poi una cosa davvero molto bella e interessante è il Convento di “Santa Catalina” una città dentro la città Fondata nel 1580 da Maria de Guzman, ospitò nel corso dei secoli centinaia di suore di clausura. Allora era possibile visitare le celle dove abitavano le suore, percorrendo vere e proprie stradine, che portano il nome di località spagnole (Siviglia, Granada, Toledo), caratteristiche per le colorazioni accese (blu, arancio) delle mura. La sera molti locali aprono e offrono altre a piatti veramente buoni anche bella musica andina che accompagnata da qualche bicchiere di Pisco (è la bevanda nazionale. Questo liquore proviene dalla fermentazione e distillazione di uva di due varietà locali di vite: la uva quebranta e l'uva Italia.) rende tutto più magico.
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Machu Picchu
(la citta' perduta degli Inca )
Machu Picchu Enigma di pietra in America, Cosi descrisse questa meraviglia Ernesto Guevara
Coronando un'altura di agresti e ripide fiancate, a duemila ottocento metri sul livello del mare e a quattrocento sull'Urubamba ricco di acque, si trova una antichissima città di pietra che, per estensione, ha ricevuto il nome dal luogo che la accoglie: Machu Picchu. E' questo il suo nome originario? No… il termine quechua significa "Collina Vecchia", in opposizione alla vetta rocciosa che s'innalza a pochi metri dal villaggio, Huaina Picchu, "Collina Giovane". Descrizioni fisiche riferite semplicemente al carattere degli accidenti geografici. Quale sarà allora il suo vero nome?....
La cittadella di Machu Picchu è il più notevole monumento architettonico del Perù. La vegetazione esuberante e impenetrabile che la circonda non fa che accrescere la bellezza e il mistero delle sue rovine e dei suoi imponenti muri di pietra. Orchidee di tutti i tipi danno un aspetto ancora più lussureggiante e singolare all'ambiente naturale. Le costruzioni si inseriscono armoniosamente in un paesaggio montuoso stretto e difficilmente accessible, a picco sull'impressionante precipizio del fiume Urubamba, che scorre in curve sinuose e veloci 400 metri più in basso.
Machu Picclui testimonia ancor oggi l'abilità architettonica degli Inca. La cittadella si trova a 2400 metri sul livello del mare, tra due montagne, una delle quali, l'Huayna Picchu, dà la posizione topografica della zona.
Il vero nome del luogo si è perso nel tempo. Machu Picchu è solo una denominazione geografica che significa "Montagna vecchia", in contrapposizione all'altra, l'Huayna Picchu, che significa "Montagna giovane". Forse potrebbero essere invece chiamate "Montagna grande" e "Montagna piccola", in relazione alla loro grandezza.
Non c'è fine agli enigmi. In molti sono convinti che la cittadella nasconda ancora un grande tesoro. Bingham (Il suo scopritore) scoprì numerosi reperti, gli oggetti d'oro però erano del tutto assenti. A rigor di logica, qui doveva essercene un ingente quantitativo. L'oro, prezioso per gli Inca in quanto metallo solare per eccellenza, si riteneva generato dalle lacrime e dal sudore dell'astro. Il suo fulgore e la sua incorruttibilità gli conferivano un altissimo pregio rituale. Il fatto che Machu Picchu non rechi segni di saccheggio, sorte toccata alle altre città incaiche, conferma la tesi di un suo repentino abbandono. Non è improbabile che da qualche parte, forse nel ventre del Huayna Picchu (vetta sovente colpita dai fulmini), siano ancora celate, mai ritrovate, le mummie dei venerabili con i loro favolosi tesori. Gli Inca chiamavano le mummie anche I'llapa (lampo) e dedicavano loro un culto particolare. I defunti più illustri, se fatti oggetto di opportune attenzioni rituali, avevano il potere di controllare la pioggia garantendo la fertilità. Col nome di I'llapa, si designavano proprio i luoghi in cui cadevano i fulmini. Chissà se queste camere sepolcrali segrete davvero esistono, Machu Picchu comunque è un posto superiore alla sua stessa fama, ci si ritrova a contemplarla come se lo sguardo non ne fosse mai pago.
Il Sole, fulcro dei riti che vi si celebravano, dopo una breve ma fitta pioggia riprende possesso della città. I filari delle abitazioni, le lunghe scalinate, i sentieri, i templi, tutto riluce nello splendore. Le solide mura della città hanno resistito a terremoti, all'erosione degli elementi, al passaggio inesorabile dei secoli, l'apparato urbano non ha nulla di spento, è così poco morto che basterebbe rimettere i tetti di canne scoperchiati dal tempo e qualche pietra qua e là per restituirgli l'aspetto originario, come si vede nelle ricostruzioni digitali. Ciò che quelle pietre evocano è la straordinaria vittoria sulla transitorietà dell'esistenza: sono pietre che parlano di fatica, d'ingegno architettonico, di arditi voli mistici, di finestre aperte verso l'ignoto.
Dalla sua scoperta, avvenuta nel 1911, Machu Picchu non ha mai smesso di essere un vero e proprio enigma archeologico, sul quale si formulano domande che forse resteranno per sempre senza risposta
Machu Picclui si divide in due grandi settori, ciascuno dei quali ha una struttura architettonica differente, a seconda della funzione a cui era destinato: un settore agricolo e un settore urbano.
Il settore agricolo è caratterizzato da coltivazioni a forma di terrapieni, alcune strette, altre più ampie, che formano una scalinata sui fianchi della montagna. Esistono anche terrazze più piccole che probabilmente non erano destinate all'agricoltura ed altre un popiù grandi che dovevano essere solo piattaforme di sostegno per le costruzioni. Le terrazze più grandi superano i 4 metri d'altezza. Delle scale di pietra inserite nei muri portano da un livello all'altro.
Il nucleo centrale di Machu Picclui si stende su una lunghezza di 800 metri, la metà dei quali era destinata all'agricoltura.
Il settore urbano comprende una grande piazza fiancheggiata a est e a ovest da due gruppi di costruzioni con strade a scalinata che sommano un totale di 3000 gradini, un sistema idraulico di canali molto complesso, delle piazzette e degli accessi, ossia un insieme di costruzioni più o meno grandi che sono testimonianza di una notevole capacità. Le costruzioni sono rettangolari e di un piano; tutte seguono un disegno-base comune. Spesso se ne trovano alcune con tre sole pareti; queste ultime sono chiamate "Masma" o "Huayrana". Il portone e le finestre, secondo il modello architettonico incaico, sono trapezoidali, come pure le nicchie
dei muri, in cui si collocavano gli idoli o altri oggetti. I tetti erano a uno o due spioventi, secondo la struttura della casa, ed erano coperti da tronchi d'albero e paglia ("ichu"). Nei punti critici dei muri erano inserite delle pietre, in modo tale da assicurare il tetto alla costruzione.
Quasi tutte le pietre erano di granito e provenivano dalle zone vicine. Erano tagliate usando la tecnica incaica della scissione della pietra e, probabilmente, erano levigate con la sabbia. La finitura delle pietre era molto variabile; tra un edificio e l'altro e, a volte, perfino nel medesimo muro si possono vedere differenze tecniche ed estetiche notevoli.
Varie ragioni fanno pensare che originalmente i muri fossero ricoperti d'argilla; però anche solo con il taglio, la levigatura delle pietre e la loro unione senza connessioni si sono ottenute pareti di grande bellezza.
Un esempio notevole dell'arte architettonica incaica è la parete centrale del Tempio Principale: i suoi blocchi si incastrano l'uno nell'altro con tale perfezione che possono essere solo il risultato di un complicato studio dei piani concavo e convesso, simile ad un puzzle di difficile soluzione.
La perfezione delle pareti di Machu Picchu supera ogni immaginazione, tanto da dar origine a spiegazioni mitiche, come la leggenda secondo la quale l'uccello Kak'aqllu avrebbe scoperto il segreto degli artigiani di Machu Picchu. però gli tagliarono la lingua, perché non lo rivelasse ai posteri. 0 l'altra leggenda che parla di una pianta magica le cui foglie avevano il potere di sciogliere la pietra, permettendo così di plasmarla con tanta perfezione nella forma desiderata.
Si trovano anche delle figure scolpite, soprattutto in caverne. Esse avevano generalmente forme geometriche, ottenibili solo con una gran padronanza tecnica nel lavoro di taglio. A volte la scultura e l'architettura si fondono, come nella Tomba Reale.
Comunemente si parla di Machu Picchu come di una città, anche se gli abissi e le muraglie che la circondano, rendendola difficilmente accessibile, fanno pensare piuttosto ad una cittadella fortificata.
Manuel Chàvez Ballón crede che Cuzco e Machu Picchu siano state costruite secondo un piano comune. Fernando Cabieses afferma che a Maclui Picchu si riflette il concetto incaico delle gerarchie, soprattutto negli altari, che furono consacrati ai tre mondi: Hanan (il mondo superiore), Hurin (l'inferiore) e Cay (il terrestre). D'altra parte, Victor Angles crede che il piano di costruzione di Machu Picchu corrisponda alla figura di un uccello con le ali aperte. Anche Federico Kauffmann Doig parla di "architettura zoomorfa" nelle Ande, dal periodo Chavín.
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